L’apertura di un mercatino dell’usato rientra in una di quelle possibilità imprenditoriali a basso costo e quindi anche a basso rischio.
In più, il termine “basso” non si adatta di certo alla marginalità, che parte da un minimo del 35%.
Ovviamente, il carattere di “microbusiness” di questo genere di impressa non prevede profitti enormi, ma anche questo non è un impatto significativo in quanto si sono viste spesso attività di questo tipo evolversi in vere e proprie aziende, come nel caso di alcune catene di franchising a cui sempre più persone si rivolgono.
In periodi di crisi inoltre, la possibilità di accedere ad articoli anche di pregio a costi decisamente inferiori rispetto all’equivalente nuovo, diventa ancora più fonte di favore da parte del pubblico.
Per aprire un mercatino dell’usato non occorre una licenza ma è sufficiente la cosiddetta DIA, ovvero dichiarazione di inizio attività, da presentare al comune di competenza.
Trascorsi 30 giorni senza risposta la domanda è tacitamente accettata.
Per quanto riguarda il punto vendita, occorre cercare con giudizio, onde evitare spese eccessive.
Vale comunque sempre la pena di fare un piccola indagine in comune dato che la normativa più recente è stata accolta in modi anche molto diversi a seconda delle zone.
Il target del nostro nuovo negozio è un fattore particolarmente importante, dato che caratterizzerà nel tempo la nostra attività e, di conseguenza la tipologia di clientela e quindi il livello di entrate.
Non è infatti detto che un’attività di questo tipo non si possa specializzare in settori merceologici particolari.
La strategia di sviluppo e il target mirato fanno parte di quel talento che è prerogativa ad esclusivo carico dell’imprenditore.
Varrà quindi la pena di selezionare prima dell’inizio dell’attività i settori in cui lanciarsi, senza ovviamente disdegnare anche quello “generico”.
Tuttavia, in quest’ultimo caso dovremo prevedere una metratura leggermente più ampia, per poter dare comunque un ordine alle diverse tipologie merceologiche trattate.
Come detto prima esistono diversi gruppi a livello nazionale, cui affiliarsi nel caso non si voglia intraprendere l’attività del tutto da soli.
Per la promozione, una buona idea è di affidarsi ai gruppi d’acquisto, la cui organizzazione sul web è sempre più presente, con sistemi anche all’avanguardia per promozioni istantanee. Si tratta di portali su cui è possibile pubblicizzare offerte speciali della durata di poche ore, ma che ricevono in genere moltissima attenzione.
Da questo anche l’opportunità di avere un buon sito web per la vendita on line, un tipo di commercio che sta rapidamente recuperando lo svantaggio iniziale rispetto ad altri paesi e che può essere realizzato con un investimento relativamente basso con ottima redditività.
In sostanza si tratta di raggiungere una buona visibilità sul maggior numero possibile di canali comunicativi, per raggiungere il massimo numero possibile di potenziali clienti.
Infine la fidelizzazione: non c’è nulla come questo genere di attività per fidelizzare i clienti senza fare sforzi, se non quelli di offrire sempre articoli di buona qualità.
Chiunque abbia l’abitudine di rivolgersi a questo genere di articoli infatti, una volta trovato il proprio rivenditore di fiducia, difficilmente cambia “spiaggia”!
Non sono d’accordo su questa affermazione:
> il carattere di “microbusiness” di questo genere di
> impressa non prevede profitti enormi,
Abbiamo punti vendita che superano volumi d’affari mensili di 100.000,00 Euro. Non mi pare si possa parlare di microbussiness.
Sono d’accordo con Alessandro, questo tipo di attività non può essere definito microbusiness.
Da affiliato a una delle catene in franchising più importanti del settore mi permetto di
evidenziare alcuni aspetti per chi volesse intraprendere questa attività. In primo luogo al di la dell’apparenza non si tratta di una attività facile e sempre redditizia. Sono importanti, il fattore finanziario, il fattore umano, una location appropriata e locali dimensionati per la stessa. Come dire che pur prevedendo un investimento non eccessivo bisogna avere risorse proprie e non ricorrere all’indebitamento. Non serve aprire in un locale di 1000 mq se si ha un bacino di utenza di 30.000 abitanti. Questa attività può funzionare bene se si rispettano alcune regole. Prestare la stessa attenzione a chi porta gli oggetti da vendere e a chi compra. Chi pensa di fare affari al fuori delle regole comprando direttamente la merce con il tempo la paga. Per ultimo i guadagni dei punti vendita non sono dati solo dal volume di affari, ma da un giusto compromesso organizzativo. Chi incassa 100.000 euro al mese non è detto che guadagni di più di chi ne incassa 40.000. I siti web possono essere di supporto ma non possono rappresentare la più importante voce di entrate per i mercatini. Questo lo dice un operatore che ha il proprio sito nella prima pagina dei motori di ricerca per questo settore.
Salve, sono Elena.
Volevo chiedere se secondo voi aprire oggi un mercatino dell’usato
in un paese della provincia di Foggia possa essere un buon investimento.
Inoltre vorrei sapere a quanto ammonta l’investimento.
Grazie.
Elena.
salve, volevo sapere se
1. è possibile fare un mercatino con oggetti e capi NON in conto vendita ma acquistati magari in altri mercati o trovati in soffitte e cantine. Oppure si può fare solo in conto vendita?
2. Si può affiancare l’attività alla vendita di oggetti di propria produzione artigianale?
Volevo sapere il costo di avviamento ed il costo di mantenimento in generis, grazie
Vorrei informazioni per avviare questo tipo di attività
Ho speso sulle 10.000 euro per aprire un piccolo mercatino indipendente. Fortunatamente sta andando molto bene, e penso di ingrandirmi. Un consiglio: prima di imbattervi nell’aprire questo tipo di attività, procedente con un buona ricerca di mercato nella zona o paese dove intendete aprire il mercatino, perché è molto facile cadere in basso con il prodotto sbagliato; ma se azzeccate i prodotti giusti che la gente ricerca nella vostra zona fate centro. Io nella mia zona riesco a vendere anche i dischi vinile come il pane. Spero di essere stato di aiuto. Buon proseguimento.
si nasce commerciante non si diventa,io lo faccio da quando avevo 16 anni,vado dai clienti gli faccio vedere i contanti e faccio il prezzo,oggi ho preso un divano una lavatrice e un frigo pagato tutto 30 euro dopo un ora tutto venduto, 140 frigo lavatrice 160 divano 180.
VOI PARLATE A CHIACCHERE SE HAI SPESO 30 EURO…..BISOGNA VEDERE I FATTI NESSUNO TI REGALA NIENTE