Sempre più presenti nella nostra società, i fastfood sono ormai molto diffusi. Non esistono solo le grandissime catene che tutti conoscono, ma ci sono molte piccole realtà e franchising che propongono i loro menù, sempre con la stessa formula delle attese minime e dei prezzi bassi.
Se ti interessa esplorare questo mondo, oppure vuoi aderire ad un franchising e aprire un fastfood nella tua città, vediamo come ti conviene muoverti e soprattutto quali sono gli obblighi di legge.
Da dove si parte per aprire un fastfood
Innanzitutto devi individuare un buon punto dove aprire. Meglio se c’è già un locale adatto, ma in alcuni casi ti potrebbe anche interessare farne costruire uno da zero, per adattarsi al meglio alla tua visione.
L’importante è che lo spazio che scegli sia commisurato all’attività. Deve esserci un’ampia sala per i tuoi clienti, che si spera siano molti, lo spazio per il bancone ed una cucina grande. Ricordati che, visto che un fastfood deve puntare tutto sui tempi di attesa ridotti al minimo, un bancone grande e spazioso ti permetterà di tenere i semilavorati o anche i prodotti già pronti sottomano.
La cucina, invece, deve essere grande in proporzione al numero di clienti che intendi servire. I tuoi cuochi dovranno potersi muovere con disinvoltura per rispondere con la massima velocità alle comande e che ti occorreranno con ogni probabilità molte macchine da cucina. Chi va al fastfood si aspetta certi standard qualitativi precisi, quindi non è consigliabile preparare a mano il cibo.
La concorrenza in questo settore è a dir poco spietata, quindi ogni dettaglio conta, dalla presentazione del cibo alla struttura a tema del locale, ricordando che dovrai giocare molto sull’immagine, specie per il pubblico dei giovanissimi.
Al tempo stesso, accanto alla ripetibilità del menù, dovrai essere anche competitivo e proporre piatti specifici che non si trovino in altri fastfood, oppure semplicemente che nel tuo menù sono più attraenti, per esempio per via delle salse, oppure della carne, o perché sono indirizzati a un pubblico specifico che non si identifica nelle politiche degli altri ristoranti.
Come ci si muove a livello burocratico
Un fastfood è un’attività del settore alimentare, quindi l’iter è quello che si richiede anche per altri tipi di ristorante, ricordando però che tutto deve essere progettato anche per consentire a chi ci lavora di effettuare le pulizie e mantenere l’ordine in tempi stretti.
Per cominciare ti occorre una Partita IVA. Questa si richiede con un modulo prestampato che si trova all’Agenzia per le Entrate, oppure che si scarica direttamente dal sito agenziaentrate.gov.it. Questo documento non ha costi di attivazione, ma ogni anno ti pagherai una certa cifra al commercialista per la sua gestione.
Permesso per l’insegna
Prima di avviare l’attività devi fare comunicazione alla Camera di Commercio del luogo in cui si torva il fastfood per segnalare l’apertura (DIA), stessa cosa vale per il Comune. Sempre in questa sede si deve fare richiesta del permesso per l’insegna, che deve rispettare indicazioni specifiche, fornite solitamente dall’ufficio paesaggistico e per il decoro urbano.
È molto importante, prima di ordinare l’insegna, che sia stato ricevuto il permesso, perché, specie in centri storici e zone a vincolo paesaggistico, possono esserci difficoltà a cui anche le grosse catene sono costrette a piegarsi.
Aspetti sanitari
Dal punto di vista dell’igiene, inoltre, si deve attendere il parere dell’ASL competente per il locale, prima di aprirlo. Gli incaricati si fanno carico di verificare in che condizioni siano gli impianti elettrici, idraulici e di ventilazione, sia per il pubblico che per le zone tecniche.
Soggette a particolari ispezioni saranno poi le cucine e nello specifico le cappe aspiranti e i condotti di areazione. È sempre bene far effettuare le verifiche preliminari a un’impresa di fiducia, che possa mettere a norma tutto e aggiornare quanto necessario.
Esperienza o titoli di studio
Per il proprietario è necessario che possieda un titolo di studio idoneo, oppure che possa dimostrare una certa esperienza nel settore, maturata con anni di pratica. In questo caso servono contratti o ricevute in grado di poter essere usate per le contro verifiche. È però sufficiente l’aver seguito un percorso formativo SAB, cioè Somministrazione Alimenti e Bevande, per poter gestire l’impresa.
Visto che è un’attività nel settore alimentare, serve l’attestato del corso HACCP sia per i dipendenti che per il titolare. L’attestato deve essere ancora valido, ma in caso si può rinnovarlo pagando una cifra molto abbordabile e sostenendo un piccolo esame di conferma.
Tutti coloro che hanno accesso alle zone non aperte al pubblico, devono necessariamente aver ricevuto la formazione in materia di igiene necessaria, così come gli operatori delle pulizie.
Emizzioni sonore, Musica e SIAE
Come per altre tipologie di locale comunque, anche per il fastfood, se si intende mettere musica, occorre pagare il bollettino SIAE, sia ncel caso che si intenda usare un broadcast che si preferisca una playlist particolare. Nel secondo caso il costo può essere molto alto e non sempre ne vale la pena.
Il fastfood, inoltre, è un’attività ristorativa rumorosa e si devono effettuare anche misure di emissione, in alcuni casi separate, per la zona riservata agli avventori e per i macchinari. Come ogni attività produttiva, infatti, si deve verificare che le emissioni sonore siano al di sotto dei limiti previsti per legge, per non incappare in sanzioni e sequestri.
Concludendo
Un fastfood è un tipo particolare di ristorante, dove la somministrazione e il consumo avvengono in tempi molto brevi ed i prodotti sono molto standardizzati. Durante l’allestimento, se non sei sotto un franchising, nel cui caso è già tutto previsto, dovrai puntare tutto sulla rapidità di gestione.
Scegli mobili che non si sporchino e che si possano pulire con uno straccio, superfici lisce e postazioni fisse, come tavoli con panche. Chi sceglie di venire da te, lo fa perché sa di spendere poco e che non deve aspettare per mangiare. Scegli quindi personale dinamico e riduci al minimo il servizio ai tavoli.