Tra le tante opzioni che si possono prendere in considerazione per fare impresa c’è anche quella che prevede di aprire un self service. Ma che cosa bisogna fare, e soprattutto in che modo si deve procedere, se si è interessati a percorrere questa strada? Una delle incombenze burocratiche da cui non ci si può sottrarre è quella che riguarda l’apertura della partita Iva, che deve avvenire entro i 30 giorni successivi rispetto alla data nella quale l’attività di impresa ha avuto inizio. Da quando la partita Iva viene aperta, poi, sarà indispensabile amministrare l’attività, dal punto di vista fiscale e contabile, sulla base del regime per cui si è deciso di optare.
Dopo la partita Iva
Sempre secondo le scadenze previste dalla legge, poi, è dovere dell’imprenditore provvedere alla presentazione della dichiarazione dei redditi e della dichiarazione fiscale Iva, pagando anche le imposte che risultano da queste. Restano ancora due adempimenti significativi che occorre portare a termine dopo che la partita Iva è stata aperta. In primis, è necessario rivolgersi all’ente previdenziale di riferimento per comunicare la propria posizione; dopodiché è necessario iscrivere l’attività al Registro delle Imprese relativo alla Camera di Commercio di riferimento per il Comune in cui l’impresa ha sede. Ovviamente è possibile che il self service non preveda una sede sola, e in questo caso la domanda al Registro delle Imprese va inoltrata per ognuna delle sedi.
Tutti gli adempimenti di natura fiscale e previdenziale
Questi, dunque, sono gli adempimenti di natura fiscale e previdenziale a cui si deve provvedere per l’apertura di un self service. Per quanto riguarda la partita Iva, in particolare, il richiedente può pensarci in prima persona, usando i moduli che possono essere scaricati dal sito web dell’Agenzia delle Entrate, anche se è sempre consigliabile rivolgersi a un commercialista, cioè un professionista abilitato che si occupi di tutto e fornisca le informazioni del caso.
La Segnalazione Certificata di Inizio Attività
Per l’attività vera e propria, inoltre, si deve depositare presso il Comune in cui l’impresa avrà sede una domanda per la SCIA. Con questo acronimo viene indicata la Segnalazione Certificata di Inizio Attività; in pratica attraverso questa istanza l’impresa rende noto all’ente comunale che è in procinto di avviare un’attività dal momento che risponde a tutti i requisiti indicati dalla legge. È dalla presentazione dalla domanda che il richiedente può iniziare a esercitare l’impresa in maniera legittima; prima, invece, non è autorizzato a farlo.
Dopo la presentazione della SCIA
Una volta che la SCIA è stata presentata in Comune, questo è tenuto ad accertare il possesso da parte del richiedente dei requisiti previsti entro un limite di 60 giorni; inoltre, è opportuno verificare il rispetto dei presupposti indicati dalla legge in modo che si possa avviare e svolgere in maniera legittima l’attività. Qualora il Comune in questo lasso di tempo si assicuri che le condizioni indicate dalla legge non sono state rispettate, viene prodotto un atto attraverso il quale al richiedente si impedisce di continuare l’attività fino a quando la situazione non verrà sanata.
Il piano di autocontrollo nel campo della ristorazione
Se il self service è nel settore della ristorazione, c’è bisogno di un piano di autocontrollo. Con autocontrollo si fa riferimento a tutte quelle misure che devono essere messe in pratica dal responsabile dell’industria alimentare per assicurare l’integrità dei prodotti alimentari e la sicurezza dal punto di vista igienico. Lo scopo è quello di garantire il rispetto delle buone pratiche igieniche, per esempio evitando di mettere gli alimenti per terra o scegliendo materie prime fresche e di qualità. L’elaborazione di un sistema Haccp si concentra anche sui controlli e sulla conservazione dei prodotti, così come sulle condizioni di trasporto.
La scelta del luogo
Infine, un consiglio pratico: per il successo di un’attività di self service, uno dei fattori più importanti è rappresentato dalla scelta del luogo. Molto dipende dal tipo di attività, ovviamente: per esempio per un distributore di alimenti e bevande è preferibile un’area di passaggio, mentre per una lavanderia automatica conviene optare per una zona residenziale. Inoltre, si deve ricercare il locale che dovrà essere preso in affitto, e a quel punto si potrà procedere con l’acquisto dei macchinari.