Aprire un internet point, con le recenti modifiche di legge e, soprattutto, con la recente abolizione dell’obbligo di registrazione dell’identità, è una buona idea per un’attività in proprio.
Fino al 31 Dicembre del 2011 rimarrà in vigore l’obbligo di richiesta di licenza ma, dal primo gennaio 2012, l’apertura di un’attività di questo tipo diventerà come una qualsiasi altra attività commerciale, sottoposta quindi solo alla comunicazione di apertura attività (attenzione comunque al modo in cui i vari comuni recepiscono questa normativa).
Per questo genere di impresa la localizzazione non è fondamentale, anche se, ovviamente, più il locale è visibile e meglio è.
La cosa fondamentale da prendere in considerazione è comunque l’ampiezza di banda, ovvero la quantità di traffico internet che la linea che verrà usata potrà sopportare. Avere un internet point con le connessioni lente, equivale infatti a non averlo.
Ovviamente non è possibile prevedere l’utilizzo della rete che i clienti faranno, ma alcuni parametri sono sicuramente valutabili.
Sarà difficile infatti che i futuri clienti si rivolgano ad un internet point per visitare siti di streaming, come YouTube o altri. Questo è molto importante, dato che lo streaming consuma risorse come una vera idrovora. Mettete insieme una ventina di macchine collegate a YouTube e non ci sarà connessione che tenga: ad un certo punto inizieranno tutte ad andare a singhiozzo.
Fortunatamente però i clienti si rivolgono mediamente a questo genere di servizio per consultare o inviare e-mail, per chattare o scambiare dati, oppure per usare programmi VoIP per comunicare con parenti o persone lontane.
Ad ogni modo occorre dimensionare correttamente la linea che si andrà ad acquistare, magari stringendo accordi commerciali che permettano di scalarne automaticamente la portata in caso di picco di utilizzo (ovviamente attenzione alle tariffe).
Una volta fatto questo, occorre attrezzare le postazioni, che dovranno essere comunque dotate di un piccolo separatore laterale, in modo da offrire un minimo di privacy agli utenti.
Per quanto riguarda le macchine, non cadete nella tentazione di utilizzare computer obsoleti o dalle scarse prestazioni.
Programmi di comunicazione come skype o altro, nonostante l’apparente innocuità, necessitano comunque di buone potenze di calcolo per lavorare correttamente.
Dovranno essere prese in considerazione, per lo stesso motivo, anche delle schede video di livello medio, anche se ancora in ambito consumer.
Per ogni postazione, oltre al PC sarà necessario fornire: una webcam (anche integrata nel monitor), un piccolo microfono da tavolo (se ne trovano anche da pochi euro) e, possibilmente, cuffiette usa e getta, del tipo utilizzato anche sugli aerei (ovviamente da fornire con un piccolissimo sovrapprezzo.
Per quei clienti che necessitassero di travasare dati da e su supporti di memoria personali (chiavette USB, schede di memoria, hard disk esterni), potrete fornire la possibilità di farlo da un’unica postazione (sotto il vostro controllo) in modo da minimizzare i rischi di travaso di virus o di scambio di immagini illegali.
Ogni computer dovrà essere dotato di software antivirus, e di altri software necessari alle attività più comuni: visualizzatori di documenti office, pdf e poco altro.
Altrettanto importante sarà mantenere aggiornati i sistemi operativi e soprattutto i browser. Ricordiamoci che l’epoca del dominio da parte di Microsoft è finita da un pezzo, quindi installate i tre principali strumenti di navigazione: Firefox, Explorer e Chrome.
Un suggerimento: anzi che acquistare i computer, noleggiateli. Avrete un costo minimo supplementare ma, in compenso, potrete scaricare completamente il costo e tenerlo del tutto sotto controllo.