Aprire un asilo nido è un’impresa non del tutto semplice ma neppure così complessa. Inoltre, la domanda insoddisfatta è al momento ancora forte, e c’è quindi abbondante spazio per darsi da fare.
Innanzitutto però una considerazione. Lavorare con i bambini, non è semplice. Non è una cosa che si può improvvisare, anche se si è naturalmente portati o si ha un buon approccio.
In altre parole, un’attività di questo genere può essere messa in piedi in due modi. Da investitore o da operatore.
Nel primo caso non c’è bisogno di competenze in questo ambito ma, ovviamente, occorre sapere quello che si fa, quando si seleziona il personale necessario.
Nel secondo caso invece, le competenze sono indispensabili.
Ad ogni modo, occorre tenere presenti alcuni fattori.
In primo luogo il genere. Si può aprire infatti un asilo nido anche a carattere famigliare, oppure aziendale. In entrambi i casi si potrà beneficiare di diverse categorie di contributi statali, destinati agli asili nido e, nel secondo caso, anche di quelli privati che alcune imprese mettono a disposizione per questo genere di attività se coordinate con l’azienda stessa.
In secondo luogo il titolo. Se desiderate aprire un asilo nido direttamente, ovvero agendo come operatore, potete farlo solo se in possesso di uno dei seguenti titoli di studio o abilitazioni.
maturità liceo socio-psico-pedagogico, operatore dei servizi sociali, maturità magistrale, tecnico dei servizi sociali, maestra di asilo, master per la formazione della prima infanzia, assistente di comunità infantile, titolo universitario pedagogico, dirigente di comunità infantile.
Se non avete uno di questi titoli, potete aprire un asilo nido ma non lavorarci. Però in questo caso dovrete obbligatoriamente assumere qualcuno che abbia almeno uno dei titoli elencati sopra, con conseguente aumento dei costi, il che potrebbe portare il tutto ad avere prezzi troppo elevati.
Occorre quindi fare bene i conti, prima di iniziare questo tipo di attività.
Altra voce importante è quella dell’agibilità e delle caratteristiche che devono avere i locali destinati a questa attività.
I locali devono infatti rispondere ad alcuni requisiti fondamentali comuni a tutto il territorio e altri che possono anche variare con il comune di competenza. Tra questi, ad esempio, una metratura che va da un minimo di 114 ad un massimo di 300 metri quadri (6 metri quadri per bambino con un minimo di 19 e un massimo di 50 bambini) ma in alcuni casi da 36 metri quadri ad un massimo di 108. L’area riservata ai servizi igienici deve essere superiore a 8 metri quadri. Devono essere previste tre aree funzionali riservate al gioco, al riposo, e al cambio e servizi. Deve essere inoltre presente un’area esterna almeno pari, in metratura, a quella interna riservata all’attività.
La legislazione completa in merito è molto precisa, ed è espressa nel DPGR 47 del 2003, che potete trovare facilmente in rete.
La domanda va presentata al comune di competenza corredata dalla documentazione necessaria (in genere abbastanza massiccia).
Dato però che la materia cambia abbastanza spesso e in funzione del comune, prima di tutto è raccomandabile una visita allo stesso per richiedere l’esatta descrizione di tutto quanto, dai locali alle abilitazioni alle possibilità di accesso a finanziamenti etc. etc.
Io mi sono affidata alla formula franchising, sono seri e ottimi laboratori! ho firmato il contratto con Il Pianeta dei Bambini e sono alla ricerca di un immobile! Non vedo l’ora di partire!!
ciao Lidia sto valutando ora la possibilità di aprire un nido. Ho notato la possibilità del franchising….ma mi spaventato i costi eccessivi di entrata…Vorrei reallizare un ottima struttura!!