Di questi tempi aprire una tabaccheria potrebbe sembrare un controsenso, con il crescente allerta salutistico sull’argomento e le recenti impennate dei prezzi di vendita, ma in realtà non è così.
Quella del fumo è un’abitudine che accompagna l’essere umano dalla notte dei tempi ed è quindi profondamente radicata nell’animo dell’uomo. Si pensi anche solo all’uso della pipa, di cui si trovano tracce in epoche sorprendentemente remote.
Il mondo del tabacco è un mondo estremamente variegato, anche profondo, con le sue leggi, i suoi rituali e, cosa che interessa particolarmente in questo caso, le sue nicchie di mercato.
Vendere delle sigarette non significa avere un negozio per fumatori. In realtà per il vero fumatore, quello appassionato, la sigaretta è l’ultima cosa che importa.
Quello che interessa, ad esempio, è l’accessorio, come nel caso del fumatore di pipa. O lo strumento prinicipe (la pipa appunto).
Ma anche il tabacco presenta profonde implicazioni personali, quando si voglia venderlo sul serio e non come semplice passamano pagato.
Esistono i tagli e le mescole, ma anche solo nel caso del sigaro, la tradizione correlata è talmente ampia da aver stimolato la scrittura di interi trattati.
La clientela di questo genere di mercato è una clientela particolare, spesso molto raffinata, che fa del fumo il suo momento di piacere più intenso, e che richiede spesso una quantità di accessori da rendere comprimari per questi momenti.
Il tagliasigari di una certa foggia, l’accendino più o meno di lusso, di quella marca piuttosto che di quell’altra, e così via.
Su queste premesse possiamo dire che la convenienza di business in questo settore c’è ancora ed è anche piuttosto valida per generare margini di sicuro interesse.
Quello che conta in questo caso è, forse più che in altri settori, la competenza. Occorre una perfetta conoscenza del mercato e delle sue offerte, sia per fornire sempre prezzi concorrenziali che per avere la capacità di intuire le esigenze di ogni tipologia di cliente, tipologie estremamente disparate ma che sicuramente hanno in comune la richiesta particolare.
Il fumatore dedito a quel particolare tabacco non esiterà ad eleggere il negozio in cui lo trova a colpo sicuro come suo fornitore di fiducia.
Altrettanto velocemente lo sconfesserà come tale alla prima occasione in cui non trova ciò che, abitualmente, acquista.
L’approvigionamento e la sua pianificazione sono quindi fattori essenziali. In secondo luogo ma non meno importante, è la diversificazione degli articoli. Non ha senso infatti tenere a magazzino solo quelli più richiesti: questo non farà altro che portare verso un progressivo impoverimento dell’offerta e un conseguente appiattimento della percezione del valore del negozio.
Anche l’estetica vuole la sua parte. L’arredo dovrà essere ovviamente consono con un’accurata scelta dei componenti che dovranno accompagnare gradevolmente la tipologia merceologica offerta: poco o niente metallo, poco vetro e, per quanto possibile, legno e cuoio naturali, magari corredati dal profumo tipico del tabacco, cosa non difficile da ottenere semplicemente sacrificando qualche confezione di tabacco da pipa ogni tanto.
Dal punto di vista degli adempimenti, sicuramente è meglio prendere in considerazione il rilievo di una rivendita già esistente. Il Decreto Bersani infatti non ha avuto nessun effetto su questo settore merceologico, per cui, per aprire una nuova tabaccheria, occorre una licenza il cui ottenimento ex-novo, essendo sottoposto ad un nutrito gruppo di parametri, oltre che ad un’asta per l’acquisizione, non è affatto semplice.
Rilevare una licenza già in essere non è difficile. Il problema è pagarla il giusto. Il valore infatti spesso viene alterato con diversi trucchi, ed è abbastanza facile finire per pagare molto più del dovuto.
Vorrei aprire una tabaccheria come posso fare
Come ottenere una licenza per tabaccaio exnovo